Recensioni e commenti del 10° giorno., Di Federico Gironi.

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Lady Penny Lane.
» Posted on 11/9/2010, 10:31




Ultimi fuochi, ma non fatui, per il concorso di Venezia 2010. Aspettando il (Toto)Leone

Diario veneziano – giorno 10 Nella sua penultima giornata, il Festival di Venezia spara le ultime tre cartucce del concorso. E, contrariamente a quanto avvenuto nel corso di alcuni degli anni più recenti, si tratta di ultime cartucce tutt'altro che a salve. I nomi coinvolti sono infatti quello di un'icona (nonché mito e amico del presidente di giuria Tarantino) come Monte Hellman, di un redivivo e insolito Tom Tykwer e di Paul Giamatti che interpreta il personaggio più amato dello scrittore Mordecai Richler.

Uno dei simboli del cinema indipendente americano a cavallo tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta, il Monty Hellman de La sparatoria e Strada a doppia corsia, sbarca al Lido di Venezia presentando in concorso il suo nuovo film, Road to Nowhere. Costruito ad incastri su almeno tre diversi piani narrativi, con incroci impossibili ed evocativi di ulteriori dimensioni, Road to Nowhere è anche il titolo di un film nel film. Un film maledetto, noir nato dalla volontà di mettere in scena un caso di cronaca controverso che però pare non voler assolutamente essere chiuso cercando legami e riapeture proprio sul set e attraverso chi vi lavora.
A voler essere precisi, i film dentro quello di Hellman sono due: quello che si tenta di girare e che non sarà mai portato a termine e la sorta di documentario impossibile sulla sua realizzazione che all'inizio della storia viene mostrato da Mitchell, il regista della finzione, a una giornalista che per prima ha suggerito il soggetto attraverso i report del suo blog.
Strutturato su fludie sovrapposizioni tra sequenze del film nel film (nel film), Road to Nowhere è metacinema allo stato puro, al quale vengono però assegnate anche alcune coordinate tendenti al metafisico, alla complessità semiologica, all'abbattimento delle tradizionali barriere tra realtà e finzione. Così come di quelle di genere, visto che Hellman frulla insieme noir, commedia e dramma psicologico. In poche parole, in Road to Nowhere, Effetto notte incontra Mulholland Drive in un matrimonio (im)possibile e imperfetto che ragiona sulle ombre, i ruoli, le doppiezze del cinema e del reale.
Poche le pecche evidenti del film di Monte Hellman, robusti struttura e meccanismi, ma il tutto appare talmente esplicitamente teorico da far sorgere dei dubbi sull’effettiva attualità dell’operazione. D'altronde, da anni il regista ha un corso di cinema al California Insitute of Arts: e questo Road to Nowhere appare come film al quale si applicano perfettamente gli aggettivi scolastico e accademico, seppur in accezione non negativa dei termini. 3 stelle.

È invece Richard L. Lewis, produttore e regista della serie tv CSI, ad essersi accollato la responsabilità di una traduzione cinematografica di un romanzo amatissimo, "La versione di Barney" di Mordecai Richler. Il libro, che pure ha avuto un successo su scala mondiale, è sempre stato particolarmente amato nel nostro paese, e non stupisce quindi che il film di Lewis nasca da una coproduzione tra Canada e Italia, marchiata dal lato nostrano dalla Fandango.
Indubbiamente il passaggio dalla pagina scritta ha portato ad alcuni cambiamenti e ad alcune rinuncie, ma i culturori dell'opera di Richler possono comunque stare tranquilli: i fan più hardcore presenti al Lido hanno promosso la trasposizione e la scelta di Paul Giamatti come interprete di Barney. L'attore, protagonista di un'ottima prova, è vera colonna portante di un film che si appoggia ad una scrittura sicura e una regia senza sbavature né svolazzi, funzionale al racconto che viene portato avanti, quello di un uomo che, di fronte ad una crisi profonda e all'avanzare silenzioso di una malattia di cui avrà consapevolezza solo nel finale, si trova a ripensare una vita lunga e tortuosa, caratterizzata da un'accusa di omicidio (infondata), tre matrimoni ma un solo grandissimo amore gettato stupidamente alle ortiche.
È quest'ultimo aspetto della vita del protagonista ad essere il vero cuore di Barney's Version, leggibile - per semplificazione - come il racconto dolente e malinconico di una grande storia d'amore che doveva e poteva finire diversamente. E non solo per la predominanza che ha da un punto di vista meramente quantitativo, ma per la ricchezza di dettagli e sfumature con cui viene raccontata. Dettagli e sfumature che tradiscono una profonda ma mai squilibrata partecipazione. E allora ecco che nell'amore a prima vista tra Barney e Miriam, nelle spigolosità e asprezze caratteriali di lui, nell’attaccamento sincero e necessario e negli errori che sono da perdonare come quelli che, a volte, costano caro, ci si può rapportare quasi universalmente e con forte partecipazione emotiva. 3 stelle e mezzo.

Di amore parla poi anche Tom Tykwer, che con Drei aggiunge un nuovo tassello ad una carriera bizzarra e qualitativamente controversa, raccontando di un triangolo amoroso insolito e contemporaneo al tempo stesso. Della commedia del tedesco - che gira nuovamente nella natia Berlino - è infatti protagonista un coppia di professionisti quarantenni che hanno imparato a far viaggiare la loro ventennale relazione verso un futuro (incerto) e a sopportare gli alti e i bassi, la routine, gli scontri e le riappacificazioni. Le cose però si complicano quando lei, Hanna, conosce Adam, brillante scienziato che si occupa di cellule staminali, dando il via ad una relazione segreta. Ancora di più quando anche l'ignaro Simon conosce Adam, che non mette etichette alla propria sessualità e non sa trattarsi del marito di Hanna, e anche lui finisce tra le sue braccia. E ancora di più quando Hanna finisce col rimanere incinta senza aver certezza di chi sia il padre e i tre, inevitabilmente, scoprono i rispettivi ruoli nella vita degli altri due.
Tom Tykwer è uno strano regista: è furbetto, ma al tempo stesso, a volte, sembra credere davvero in quello che fa. Drei rientra pienamente in questo caso, con tutte le ambiguità che ne conseguono. Nella sua fase iniziale il film irrita profondamente, sembrano l'ennesimo film su borghesi annoiati e in crisi di coppia e soprattutto per un trattamento di alcuni temi (come la morte o il dolore) che, ricercando la leggerezza, finisce coll'abbracciare la grevità. Successivamente le cose cambiano: Drei, complice una buona scrittura, si fa commedia degli equivoci anche piuttosto divertente nella quale, però emerge senza dubbio alcuno il tema centrale del film, che troverà la sua coronazione in un finale (assai pacchiano, ché il film fino a quel momento non era stato il Rocky Horror, nonostante qualche analogia nel triangolo). Il tema, sacrosanto, della libertà di scelta e di abbandono di etichette in fatto di gusti sessuali e, forse, di scelte di relazione. Dell' "abbandono della propia identità biologica determinista", per dirla coi protagonisti.
Però. Però, sotto i sorrisi e la volontà di condividere le posizioni del film, persiste un sottile senso di fastidio per la furberia che Tykwer dimostra (nonché di inquietudine sull'appoggio scientifico che il regista cerca costantemente come supporto a posizioni che riguardano primariamente l'etica della libertà) e, verso il finale, per una vaga pornografia ideologica. Film ambiguo, fatto però di qualche luce e tante ombre. 2 stelle e mezzo, da maturare.

Terminata la presentazione dei film in concorso, tutto è pronto al Lido per la scatenarsi dell’inevitabile Totoleone: d'altronde, se gli italiani appassionati di calcio sono tutti CT della nazionale, i cinefili che bazzicano Venezia sembrano essere tutti Presidenti di Giuria. Titoli a parte (e c'è chi parla di Post mortem, chi di Miike o Tsui Hark, chi sogna un Leone finalmente italiano), tutti sembrano concentrarsi sui gusti possibili del terribile Quentin: ma è una scommessa, questa, che potrebbe rivelarsi rischiosa, Cannes insegna. Ne riparleremo domani.

Thank you ComingSoon.it !
 
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«ally
» Posted on 11/9/2010, 13:33




Chi vincerà?? *.*
 
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Lady Penny Lane.
» Posted on 11/9/2010, 14:06




Vorrei tanto sapere come finisceeee!!
 
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¿Karol Twist Del Mar
» Posted on 11/9/2010, 14:47




Beh...non manca molto =)
 
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3 replies since 11/9/2010, 10:31   18 views
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