127 ore (127 Hours) è un film del 2010 diretto da Danny Boyle.
Il film si basa sulla storia vera di Aron Ralston, un'alpinista statunitense che nel maggio del 2003 rimase intrappolato sulle montagne dello Utah, costretto ad amputarsi un braccio per potersi liberare. Il film, scritto a quattro mani da Boyle e Simon Beaufoy, si basa sul libro di Ralston Between a Rock and a Hard Place.
Trama:
Il film ripercorre la storia vera di Aron Ralston, un'alpinista statunitense che precipitò in una crepa di canyon isolato nello Utah, con un braccio incastrato in una roccia. Ralston rimase intrappolato per cinque giorni, provato e fortemente disidratato, lo spirito di sopravvivenza lo portò ad amputarsi un braccio, per ritrovare la libertà. Nei giorni di "prigionia" Ralston ricorda gli amici, la famiglia, gli amori e le due escursioniste incontrate prima dell'incidente.
Durata 95 min
Genere drammatico
Regia Danny Boyle
Soggetto Aron Ralston
Sceneggiatura Danny Boyle, Simon Beaufoy
Musiche A.R. Rahman
Interpreti e personaggi
* James Franco: Aron Ralston
* Kate Mara: Kristi Moore
* Amber Tamblyn: Megan McBride
* Clémence Poésy: Rana
* Lizzy Caplan: Sonja Ralston
* Treat Williams: padre di Aron
* Kate Burton: madre di Aron
FONTELa trama, seppur vera e agghiacciante, rischiava di annoiare e di far spengere subito il televisore o andare via dal cinema.
La scelta di un attore era rischiosa, perchè doveva reggere tutto il film sulle sue spalle senza sbagliare nemmeno un colpo.
La scena dell'amputazione poteva anche terrorizzare.
Invece....
Invece non è andata così.
La trama è stata portata sullo schermo da una sceneggiatura allo stesso tempo triste e angosciosa, ma piena di una filosofia moderna e ironica.
L'attore scelto ha fatto un lavoro ottimo, senza tralasciare nessuno emozione, ci dona la disperazione e le conoscenza che Aron ha della sua situazione.
Divertente, ironico, con quella punta di furbizia che ci lascia a volte stupefatti della sua tranquillità in quel piccolo inferno in cui si trova.
James Franco ci trascina dentro, come ha fatto con quella pietra, e non ci lascia fino alla fine, facendoci provare tante di quelle sensazioni che alla fine è inevitabile pensare: e se fosse successo a me??
Ma ci intrattiene anche, con le sue capacità di attore che si sa destreggiare bene in ogni genere e qui lo dimostra.
Sì perchè
127 hours non è un film prettamente drammatico, ma ha delle sfumature.
Sfumature che vanno studiate, che se si ha un pò di ironia sono facili da cogliere.
La fotografia (molto particolare), la colonna sonora (alcune tracce ti fanno quasi tremare da quanto sono belle) e il montaggio ti aiutano, ti danno tutto quello che hai bisogno per amare questo nuovo film di Danny Boyle, regista del trasgressivo (ma pur sempre capolavoro)
Trainspotting.
Dò il mio punteggio pieno a questo gioiello, che sicuramente verrà amato da molti, ma anche non apprezzato da altri.
Come dire...
i gusti sono gusti.